Fu proprio nella zona di Borgo Vico, che Paolo Giovio, umanista comasco presso la corte pontificia romana e fiorentina dei Medici, volle realizzare la sua residenza sul Lago di Como. Costruita tra il 1538 e il 1543, la villa fu progettata per il godimento della natura ma soprattutto per divenire luogo di raccolta delle collezioni del cardinale. 
Proprio per questo motivo la villa prese il nome di “Museo Giovio” e conteneva la collezione di 280 ritratti di personaggi illustri dipinti del Bronzino, dal Tiziano, da Michelangelo ed altri artisti dell’epoca (alcuni dei quali sono conservati oggi presso la Pinacoteca Civica di Como), oltre ad altri reperti e rarità storiche.
Non si trattava di un museo nel senso in cui lo si intende oggi, ma di una residenza vera e propria ove il proprietario si circondava di opere a lui care ed invitava amici come il cardinale Tolomeo Gallio. E’ proprio a lui che si deve anche l’idea di utilizzare il termine “Museo” per designare un luogo consacrato allo studio e all’esposizione di opere d’arte.

Della villa-museo oggi non rimane nulla, fu fatta demolire nel 1615 del suo nuovo proprietario l’abate Marco Gallio, poiché la sua eccessiva vicinanza al lago e frequenti esondazioni, avevano portato a cedimenti strutturali. Al suo posto fu costruita l’attuale Villa Gallia ed una lapide murata al piano terreno ricorda l’evento.
L’aspetto originario della villa-museo è in parte rintracciabile negli affreschi strappati (conservati nei Musei Civici di Como) raffiguranti una dimora che si articola attorno ad un cortile centrale circondato dai porticati, forse ispirata alle ville romane di Plinio il Giovane. 

Veduta della villa "Il Museo" di Paolo Giovio a Como

La Villa-Museo Giovio
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